Sono Elena Sofia Doria. Sono una formatrice e service designer. Esploro temi come il turismo sano e sostenibile, la comunicazione interculturale e il customer service. Il Design Thinking è il mio faro quando insegno, penso e progetto.
Le Marche rurali e i borghi antichi
Le Marche rurali e i borghi antichi

Le Marche rurali e i borghi antichi

Autunno in Italia: 3 giorni nel cuore della biodiversità marchigiana

“Di veramente omogeneo, nelle Marche, non c’è quasi niente. Forse soltanto il nome, che però, essendo al plurale, già allude al molteplice.”
 
Smerillo sui Sibillini

Quelle usate dal giornalista marchigiano Giancarlo Liuti sono parole che rimandano alle “molteplici” bellezze racchiuse nei diversi territori de Le Marche, unico caso tra le regioni d’Italia dal nome “al plurale”.

A chi subisce il fascino della natura il versante marchigiano del Parco dei Monti Sibillini offrirà grandi soddisfazioni. Attraversata la costa adriatica e le spiagge bianche della Riviera del Conero, al termine delle colline ricoperte a tratti da olivi a tratti da campi di girasole, svettano i monti Vettore, Priora, Bove e Sibilla. 40 km di roccia calcarea a cavallo tra Umbria e Marche.  La porta d’accesso al versante est di questo paradiso di biodiversità è l’area alle pendici dei monti che va da Amandola al piccolo borgo di Montemonaco. Un’area di particolare interesse artistico, enogastronomico e naturalistico.

È un territorio godibile tutto l’anno: trekking in estate e attività sulla neve d’inverno. L’autunno è particolarmente attrattivo per i cacciatori di #PhotoFoliage, attività social che tra ottobre e novembre tinge le bacheche Instagram di giallo e rosso. Quelli autunnali sono mesi ideali anche per visitare santuari e pievi nascoste tra vette e boschi, o borghi che cominciano a profumare di legna bruciata e castagne.

I prodotti tipici

Miele

La biodiversità – garantita dall’alternanza tra boschi e pascoli – continua fino alle vette dei monti, ricche di specie vegetali come l’Artemisia petrosa e la Stella alpina dell’Appennino e animali rari come l’aquila reale e l’orso, tornati da poco ad abitare le montagne. Quello dei Sibillini è anche un territorio che regala una lunga lista di prodotti: in autunno  castagne, funghi – tra cui il pregiato tartufo – e la rinomata Mela rosa dei Sibillini. Tutto l’anno si trovano formaggi e salumi prodotti artigianalmente e miele. Grazie alla varietà di erbe nascono e si producono in queste zone liquori introvabili in altre zone d’Italia come il Mistrà, distillato di anice verde, mele e finocchio selvatico e il Vin Cotto, ottenuto dalla bollitura del mosto d’uva. Quest’ultimo utilizzatissimo nella preparazione di dolci e biscotti.

Non mancano le produzioni di eccellenze esportate internazionalmente: la pasta secca all’uovo prodotta da pastifici come il Luciana Mosconi di Matelica o La Pasta di Camerino. Il famoso distillato all’anice Varnelli prodotto nell’omonima distilleria a Muccia – fondata nel 1868 dall’erborista Girolamo Varnelli, conoscitore di erbe officinali e tradizioni monastiche. Infine i salumi Vissana e l’Acqua Nerea di Castelsantangelo.

Dove trovarli
Mele Rosa dei Sibillini

Le Mele rosa dei Sibillini.  L’Azienda agricola biologica La Conca coltiva milleduecento alberi di Mele Rosa secondo un preciso disciplinare ecocompatibile con il territorio. È una delle poche aziende che ha ripreso la coltivazione di un frutto antico, prezioso per la sua serbevolezza: dalla raccolta – che avviene in ottobre – si conserverà fino ad aprile. La consistenza croccante, la polpa un po’ acidula un po’ zuccherina, la rendono perfetta per svariati usi in cucina.
Dopo la raccolta autunnale, sarà possibile provare questo frutto sui generis nei piatti proposti dal ristorante La Conca gestito da Mirela, spesso accompagnata in cucina dal figlio, lo chef Federico Corazza. Una cucina rinomata per la creatività e soprattutto per la genuinità: vengono usati principalmente prodotti a chilometro zero. Da provare le confetture di petali di rose: ricetta antica (e segreta) di Mirela.

Salumi Monterotti

I salumi. Salumi Monterotti produce prosciutti, salami, salumi di cinghiale, porchetta, lonza e uno degli insaccati più famosi delle Marche: il Ciauscolo IGP. Gli allevamenti provengono dalle zone limitrofe e i suini vengono nutriti a orzo, granturco e semola di grano non trattati. Il fondatore Fabrizio Monterotti conosceva bene l’arte della norcineria e ha dato il via, quarant’anni fa, a un circolo produttivo che ancora oggi si rifà completamente alla tradizione. La stagionatura è naturale, fatta al caminetto alimentato da legna dei Sibillini che trasferisce ai salumi le essenze tipiche del bosco.

I Formaggi. Quella dell’azienda agricola Il Verdecammino è una storia che molti sognano di vivere. Nel 2014 una famiglia bresciana decide di abbandonare ritmi e grigiori della città e trasferirsi tra le colline marchigiane aprendo un’attività familiare. Roberta, il marito Paolo e i quattro figli (Jason, Elodia, Morgana e Lucian) oggi coltivano lavanda e ospitano viaggiatori nel cuore del Parco del Sibillini. Il primo dei quattro figli, Jason, alleva capre Saneen. La grande produzione di latte di questa speciale razza viene utilizzata per la produzione di formaggio caprino e cosmetici.

Roberto casaro di L'Angolo di Paradiso

Il pecorino è senza dubbio il formaggio più celebre del Parco dei Monti Sibillini. Non è difficile in queste zone trovarne di ottima qualità. Più difficile invece trovare – in un’area di pascoli ovini e caprini – latte e formaggi di mucca. Ecco perché quelli della Fattoria Angolo di Paradiso sono l’inaspettata eccellenza di questo territorio. Le mucche del casaro Roberto Filippo Di Mulo trascorrono la primavera e l’estate nei pascoli delle valli ai piedi del monte Sibilla e poi se ne vanno in stalla a farsi coccolare. Nel  2010 Roberto progetta una sorta di “stalla spa” – per le mucche – dotata di postazione massaggio, materassini in gomma vergine naturale su cui sdraiarsi e progettata in modo tale da favorire la circolazione dell’aria. Latte, formaggi e yogurt vengono prodotti senza l’utilizzo di conservanti, coloranti o trattamenti superficiali antimuffe.

L'Oro degli Eremiti

Il miele. L’apicoltura L’oro degli Eremiti deve il suo nome a coloro che in questo habitat in passato incontaminato, hanno saputo per primi onorare il lavoro delle api. Oggi Sergio Corridoni utilizza le stesse tecniche apprese dai monaci che un tempo allevavano le api per nutrirsi e creare candele per illuminare la chiesa. Sergio è apicultore e guida: ascoltarlo raccontare questi luoghi è una cura per lo spirito. È possibile acquistare nello shop prodotti di biocosmesi a base di miele e naturalmente vasetti di miele provvisti di piccole pergamene che raccontano la storia degli eremiti dei Monti Sibillini.

Attività da tutelare: le aree terremotate

Visitare l’Italia è (anche) entrare nel cuore dei piccoli centri, nei borghi e conoscerne gli abitanti; comprare prodotti freschi nelle aziende agricole e concedersi un soggiorno relax a stretto contatto con la natura. Una vacanza da sogno che oggi non sarebbe possibile in questi territori senza i piccoli produttori e le strutture ricettive che hanno scelto di rimanere nonostante il lascito del tragico terremoto del 2016.

Il 26 ottobre 2016 (qualche mese dopo il terremoto di Amatrice) si avverte una scossa violentissima con epicentro a Castelsantangelo sul Nera in provincia di Macerata. Il piccolo centro montano viene distrutto quasi totalmente e con lui molti altri borghi dell’Appennino. L’ultima scossa, la più forte, arriva alle 7 e 40 del mattino del 30 ottobre nella zona di Norcia: spiana tutto quello che era rimasto in piedi. Il terremoto lascia senza casa migliaia di persone, ancora oggi alle prese con la ricostruzione di ciò che hanno perduto.

Conseguenze devastanti ha avuto l’evento anche per il comparto turistico: molte delle strutture ricettive distrutte non hanno mai avuto la possibilità di “delocalizzare” – trasferire cioè la loro sede in nuovi locali per mantenere viva l’economia dell’area. La scelta di molti imprenditori è stata naturalmente quella di spostare definitivamente l’attività in altri comuni.

Oggi, a fronte della domanda di accoglienza che riceve questo territorio, le strutture ricettive presenti ne soddisfano solo il 30%: interi borghi aspettano di essere salvaguardati e recuperati, magari con progetti sostenibili di “albergo diffuso”.

Segnalo il progetto #RipartiDaiSibillini – nato da un’idea di Luca Tombesi –  che lavora da anni in maniera volontaria per supportare e rilanciare questi territori attraverso blog tour.

B&B Borgofortino

Dove dormire

Costruito nel periodo medioevale a scopo di “casa torre”, Borgofortino è oggi adibito a B&B rurale. Il casale sembra un piccolo borgo fortificato protetto dai boschi della Valle del Tenna. Gli interni mantengono un concept rurale ma con un ricercato tocco di design sostenibile: legno e metallo di recupero diventano opere pregiate ed eleganti. Soggiornare qui può offrire relax e molto altro: passeggiate lungo i sentieri del Parco Nazionale dei Monti Sibillini, pesca sportiva, fotografia, raccolta di erbe spontanee e degustazioni di miele. La struttura ospita un piccolo museo del miele e lo shop dei prodotti L’oro degli Eremiti.

L’Agriturismo Le Castellare, situato vicino al borgo medievale di Montemonaco, è il punto di partenza dei sentieri escursionistici che portano al leggendario Monte Sibilla o al Lago di Pilato. Nadia Buratti – anche guida naturalistica – ha creato assieme alla sua famiglia una struttura accogliente, adatta a famiglie con bambini. L’agriturismo fa parte di Fattorie del Panda, rete di strutture ricettive localizzate in aree protette che applicano un modello di turismo eco sostenibile.

Ristorante Il Tiglio Isola San Biagio

Dove mangiare

Il termine “agrigourmet” descrive lo stile di Ristorante il Tiglio, perla della gastronomia marchigiana nascosta tra i boschi di Isola San Biagio, alle falde del Monte Sibilla. Lo chef Enrico Mazzaroni da oltre vent’anni trasforma le materie prime autoprodotte in piatti delicati e scenografici. Dalle faraone all’intera filiera del pane: ogni prodotto è figlio di un territorio di cui Enrico non potrebbe fare a meno. La carta dei vini è affidata al socio Gian Luigi Silvestri che riesce a creare abbinamenti capaci di esaltare profumi e sapori dei Sibillini.

Per gli amanti dell’arte

Museo del Paesaggio dei Sibillini e il Deposito delle opere d’arte. Dal 1989, nel Museo del Paesaggio dei Sibillini di Amandola, flora, fauna e leggende del Parco Nazionale dei Monti Sibillini, vengono raccontati in un percorso che affascina adulti e bambini. Dal 2016 i locali de l’ex Chiesa La Collegiata ospitano anche una mostra permanente – comprensiva di laboratorio di restauro – che custodisce opere salvate dal terremoto. Un luogo che ha raccolto tesori come pale di chiese medievali e antiche pergamene, che sarebbero altrimenti stati strappati al loro territorio. Grazie all’iniziativa comunale Restauro a porte aperte per i visitatori sarà possibile osservare il lavoro dei restauratori impegnati nel recupero delle opere danneggiate dal sisma.

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